Era
d'ottobre; l'ora mattutina
di
pace empiva e di dolcezza il cuore.
Con
me l'aspro sentier della collina
saliva,
dietro ai buoi, l'agricoltore.
Giunto
alla vetta, scorsi in un fulgore
Trieste
con le chiese e la marina;
in
un boschetto, rossa come un fiore
tra
cupe frondi, l'amata casina.
Delle
squille veniva a me il richiamo.
E
come all'orizzonte il sol levato
faceva
i vetri delle case ardenti,
d'un
pino al tronco m'appressai beato,
ne
svelsi, come a festa, un verde ramo,
e,
sospirando, dissi un nome ai venti.
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