Piccolo racconto
di Leo Buscaglia
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Per
tutta la vita ho vissuto in una noce di cocco.
Non è un posto meraviglioso per viverci?
C’era poco spazio ed era buio, soprattutto la mattina quando dovevo
farmi la barba. Ma ciò che mi dispiaceva di più era che non avevo modo
di mettermi in contatto con il mondo esterno. Se nessuno avesse trovato la
noce di cocco o non l’avesse aperta sarei stato condannato a passare
tutta la mia vita lì dentro. Forse a morire lì dentro.
Morii in quella noce di cocco. Dopo un paio d’anni la trovarono e
l’aprirono; dentro trovarono me, rimpicciolito e sgretolato. “Che
peccato” dissero. “Se l’avessimo trovato prima, forse avremmo potuto
salvarlo. Forse ce ne sono altri, chiusi dentro come lui.”
E andarono in giro e aprirono tutte le altre noci di cocco che trovarono.
Ma fu inutile. Fu tempo sprecato. Di persone che scelgono di vivere in una
noce di cocco ce n’è una su un milione. Non potei dir loro che ho un
cognato che vive in una ghianda.
(da “Locked In” – Gustavson)
Non dobbiamo vivere nelle noci di cocco. Non dobbiamo vivere nelle
ghiande. C’è un mondo intero da apprezzare. Ci sono cose fantastiche da
vedere e da toccare e da desiderare e da agognare e da ottenere. Voi siete
un dono incredibile, e siete vostri! Non siete stati creati per vivere la
vostra vita in una ghianda o in una noce di cocco. Sarebbe un gran peccato
vivere al di sotto delle vostre possibilità.
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Da “Vivere, amare,
capirsi”
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